Tra gli ulivi e le stelle

Accostare al lato della strada e far l’amore. Con la luna che ci guarda e le campane appese al collo dei bovini che scandiscono il passare dei minuti.
Gli alberi intorno, la nebbia, il venticello estivo di campagna che mi colpisce il collo intrufolandosi dalla piccola fessura del finestrino.
Il tuo respiro caldo che contrasta.

Avevamo deciso di fare un giro, di passare una giornata al mare e ci siamo ritrovati a fare un picnic nella foresta. Coi pantaloncini che non sono adatti al terreno e alle foglie.
Ma che m’importa, se ho te?
Il costume addosso e il mare che si vede solo giù dalla scarpata ad ogni curva.  I sandali.. e vedere gli altri con gli scarponcini da scalata. Sarà meglio sparire.


Guardiamo i cervi, freni di corsa per non investire i maialini che attraversano selvaggi, scappati chissà da dove o che corrono chissà verso dove.
Percorriamo la strada con la radio al minimo per ascoltare tutto ciò che c’è intorno: non si vedono ma si sentono, sembriamo in uno zoo.. pecore che belano, mucche che scampanellano, i cavalli, cani che abbaiano.
Mancano le cavallette, quelle le sentiamo quando ci allontaniamo un po’ dal mare, tra gli ulivi e l’asfalto.
Diventa subito buio ad alta quota.

Scendiamo, torniamo a quota 0 metri sul livello del mare, e mi porti sul lungomare a mangiare i panzerotti.. e mi arrabbio un po’ perché non mi piacciono e dovresti saperlo.
Per farmi contenta poi, mi compri vaschettine di chele di granchio, ali di pollo, crocchette di patate e panzerottini e mi prendi in giro perché quelli li mangio ma i panzerotti ‘grandezza naturale’ no.
Che ci posso fare io, se non ho tutte le rotelle a posto?
Mangiamo ridendo mentre una cover canta ‘quella che non sei’ di Ligabue.

Quella che non sei, non sei
ma io sono qua
e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà!

Chissà che fine ha fatto Ligabue?!
Torniamo a casa, va..

Chiudi gli occhi e tieni il tempo e sarà quasi fatta dai. C’è chi vince e c’è chi perde, noi balliamo casomai. Non avremo classe ma abbiamo gambe e fiato finché vuoi.

E Ligabue ci resuscita in macchina, con la radio a palla e la connessione che vacilla un po’.
E siamo proprio noi, quelli senza classe ma col fiato in gola.
Quelli che ci sono sempre ma forse è meglio un po’ meno.
Quelli che ballano sul mondo.

E calendari a chiederci se stiamo prendendo abbastanza, abbastanza
Strade troppo strette e diritte per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un po’
Che andare va bene però a volte serve un motivo, un motivo
Certi giorni ci chiediamo “è tutto qui?”
E la risposta o è sempre sì
o non è tempo per noi
Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai
Se un bel giorno passi di qua lasciati amare e poi scordati, svelta, di me che quel giorno è già buono per amare qualchedun altro. Qualche altro. 

Dicono che noi ci stiamo buttando via ma siam bravi a raccoglierci

Non è tempo per noi che non ci adeguiamo mai
Fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori, dai

Non è tempo per noi che non vestiamo come voi
Non ridiamo, non piangiamo, non amiamo come voi
Troppo ingenui o testardi, poco furbi casomai

Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai

Non è tempo per noi.

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Vedi, in fondo siamo sempre qui❤ , e non è obbligatorio essere Eroi. 

37 pensieri su “Tra gli ulivi e le stelle

  1. Con questo tuo pensiero hai catturato la mia attenzione e i miei pensieri, mi sembrava quasi di essere li vicino a te . Anch’io adoro Ligabue , i suoi testi e le sue canzoni . Un saluto, Daniela.

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  2. Sono rimasta molto colpita dal connubio tra le parole e le immagini. Sembrano riportare in vita tante cose dimenticate.
    Maria Domenica

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